salute e alimentazione – Stili di vita dei bambini in Italia: 1 minore su 4 non fa moto e sport nel tempo libero, nel 28% dei casi (+13%) per difficoltà economiche; 4 ragazzi su 10 si muovono in auto, pochi (24%) a piedi, ancora meno (9%) in bici; il 73% sta in casa nel tempo libero; diffuso – riguarda 7 minori su 10 – ma in flessione il consumo quotidiano di frutta e verdura e il 9% non fa colazione mentre l’abitudine di sedersi a tavola è ancora di 9 famiglie su 10 con figli.
La fotografia è quella scattata dalla ricerca ‘Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi’ realizzata da Ipsos per Save the Children e Mondelez e presentata a Roma in occasione dei 3 anni di attività di ‘Pronti, Partenza, Via!’.
Il progetto, sviluppato nelle zone periferiche di 10 città italiane, è stato promosso da Save the Children e Mondelēz International Foundation in partnership con Centro Sportivo Italiano (CSI) e Unione Italiana Sport Per tutti (UISP) e proseguirà per tutto il 2014.
Ad oggi ne hanno beneficiato 70.000 minori e adulti, 10 le aree sportive e verdi recuperate. A raccontare il tutto è una mostra fotografica a Roma alle Scuderie di Palazzo Ruspoli.
Il progetto ha riguardato Milano, Torino, Genova, Napoli, Catania, Sassari, Palermo, Bari, Ancona, Aprilia.
Dalla ricerca emerge che peggiorano le abitudini alimentari dei ragazzi italiani. Nonostante 2 genitori su 3 (64%) dichiarino di conoscere le regole alimentari di base, sembrano consolidarsi tendenze poco sane come non mangiare la frutta e verdura, saltare la colazione, concentrare i pasti piuttosto che fare i 5 consigliati al giorno, o mangiare con la tv accesa.
I dettagli raccolti mettono in luce che esiste di fatto una flessione nel numero dei bambini e adolescenti che mangia frutta e verdura ad ogni pasto (35% a fronte del 37% nel 2012) o una volta al giorno (35% contro il 39% dell’anno precedente) e un aumento di coloro che non l’assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31% contro il 24% del 2012).
Per quanto riguarda il numero e regolarità dei pasti, risulta un dato particolarmente critico circa la prima colazione che ben un quarto dei ragazzi non consuma regolarmente: il 9% mai, il 16% a volte sì e a volte no.
Inoltre, con il crescere dell’età questo pasto perde il suo fondamentale ruolo e ben il 14% dei 14-17enni non lo consuma mai a casa ma al bar.
Quanto al pranzo, circa metà dei ragazzi ha l’opportunità di consumarlo con almeno un genitore (49%) o comunque a casa in compagnia di qualcuno (14%).
La mensa scolastica serve solo un quarto dei ragazzi intervistati, che sale a metà circa (48%) tra i 6-10enni. La presenza della famiglia intorno al tavolo a cena risulta invece una costante nel tempo per quasi il 90% delle famiglie con bambini e ragazzi, anche se un convitato che risulta spesso presente è la tv, accesa sempre in 4 famiglie su 10, occasionalmente nel 35% dei casi e assente soltanto in un quarto dei casi.
La presenza della tv non è certo legata all’assenza di vigilanza genitoriale, ma è anzi una presenza bene accetta nella metà dei casi o comunque tollerata (41%).
Il fuori pasto è un’abitudine che riguarda il 70% circa dei giovani intervistati, con maggiore occasionalità al crescere dell’età. Pomeriggio e metà mattina risultano alternativi per circa il 40% dei ragazzi intervistati, mentre solo un ragazzo su 5 fa 2 break al giorno.
L’obesità minorile in Italia appare per i genitori un problema visibile e consueto: continuano a ritenere – in linea con il passato – che più di un terzo di bambini italiani sia sovrappeso oppure obesi e un altro terzo che questa percentuale stia comunque tra il 20% e il 30%. I bambini più piccoli sono, secondo la percezione dei nostri intervistati, colpiti in misura quasi doppia rispetto agli adolescenti. Tuttavia, quando si tratta di valutare lo stato di salute del proprio figlio, solo un genitore circa su 10 ammette un sovrappeso, mentre per l’80% delle famiglie i propri figli sono assolutamente nella norma.
“Se a delle cattive abitudini alimentari si associa, come spesso, accade, l’assenza di un’adeguata pratica sportiva e motoria, le conseguenze sul benessere di un bambino o un adolescente, sia sul piano fisico che emotivo, possono diventare rilevanti”, commenta Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.
“A distanza di 3 anni sono 70.000 i bambini e gli adulti raggiunti, 10 le aree sportive e verdi anche pubbliche riqualificate e utilizzate per attività motorie, ricreative ed educative, 1.400 i professionisti coinvolti, fra operatori, insegnanti, pediatri, nutrizionisti”, spiega Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia.
16 gennaio 2014