rifiuti elettrici ed elettronici – Oro, argento, stagno, piombo e altri metalli preziosi oggi si possono ricavare anche dalle schede elettroniche dei computer grazie ad una metodologia brevettata dall’ENEA per il recupero di questi materiali attraverso un processo idrometallurgico.
Oggi abbiamo a disposizione una grande quantità di rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti RAEE, come computer dismessi, telefoni cellulari, batterie al litio, pannelli fotovoltaici, e giochi elettronici. Dai RAEE si possono ricavare risorse fondamentali per la produzione di apparecchiature elettroniche, la cui domanda è in continuo aumento. I RAEE costituiscono quindi un’importante fonte di approvvigionamento di materiali, che sono in gran parte monopolio dei paesi produttori extraeuropei, soprattutto asiatici, e particolarmente necessari al nostro Paese, che non dispone di ingenti risorse minerarie.
I rifiuti elettrici ed elettronici possono essere considerati delle vere e proprie ‘miniere urbane’ perché permettono di recuperare oro e stagno con estrema semplicità, in ambiente non necessariamente industriale.
L’innovativa metodologia dell’ENEA, che utilizza un processo idrometallurgico quasi a temperatura ambiente e che si può eseguire in piccoli impianti, comporta limitate emissioni in atmosfera, è estremamente vantaggiosa rispetto ai grandi impianti pirometallurgici utilizzati finora, che richiedono processi ad alta temperatura e sono più inquinanti.
Presso il Centro ENEA Casaccia è in costruzione un impianto sperimentale per condurre delle campagne dimostrative.
L’impianto è stato progettato in maniera modulare per poter essere utilizzato anche per lo sviluppo e l’ottimizzazione di tecnologie di processo utili al trattamento di materiali di altro tipo, come le lampade a fluorescenza esauste o i monitor LCD.
L’ENEA mette a disposizione questo impianto sperimentale per le imprese operanti nel settore dei RAEE, interessate alla realizzazione di impianti per il recupero dei materiali ad elevato valore aggiunto.
16 gennaio 2014