fotovoltaico – Il Consiglio degli stati membri Ue ha dato ieri il via libera alla strategia adottata dalla Commissione europea per aumentare parzialmente i prezzi dei pannelli solari esportati dalla Cina in Europa senza causare una guerra commerciale con Pechino.
L’accordo, raggiunto lo scorso luglio tra Esecutivo Ue e autorità cinesi, e confermato dai ministri Ue, stabilisce un prezzo minimo per i pannelli solari esportati dalla Cina nell’Ue.
Gli esportatori che non dovessero conformarsi con il prezzo pattuito, si vedrebbero imposti pesanti dazi antidumping Ue a partire dal 6 dicembre e per un periodo di due anni. L’intesa sui prezzi é applicata inoltre anche all’inchiesta sui sussidi che la Commissione europea ritiene che la Cina versi illegalmente ai produttori di pannelli solari. Questa inchiesta era parallela a quella sul dumping, ma con la decisione di ieri, le aziende colpite da una delle due procedure potranno evitare i dazi adattandosi ai prezzi stabiliti.
Come sottolinea la Commissione europea in un comunicato le misure «entreranno in vigore per una durata di due anni a partire dal prossimo 6 dicembre» e riguarderanno unicamente i produttori cinesi che si sono rifiutati di applicare un prezzo soglia come deciso a luglio. Ad essere interessati dalle misure antidumping Ue saranno circa un terzo dei produttori di pannelli solari cinesi.
Nel 2012, gli esportatori cinesi di vetro solare hanno aumentato la propria quota di mercato in UE (che, secondo la Commissione europea, vale oggi circa 200 milioni di euro) al 28,8%, dal 6,2% del 2009.
Le imprese cinesi che hanno deciso di non partecipare all’accordo con Bruxelles, e contano per circa il 30% delle esportazioni verso l’Europa, da venerdì dovranno pagare dazi del 47,6%. Gli esportatori che invece hanno accettato l’intesa potranno continuare ad esportare ad un prezzo concordato e senza dazi panelli solari sino a un volume massimo concordato di gigawatt, che comunque il mercato europeo da solo non sarebbe in grado di coprire. A giugno la Commissione aveva deciso quindi di imporre dazi dell’11,8% che sarebbero saliti al 47,6% ad agosto.
La scorsa settimana il ministro francese dell’economia Pierre Moscovici nel corso di una visita a Pechino ha affrontato il tema con le autorità cinesi senza tuttavia avere una risposta esaustiva.
Moscovici ha spiegato ai cinesi che, proprio perché l’Ue aveva dato prova di intelligenza nell’affrontare il dossier sui pannelli fotovoltaici, ora l’Europa si attendeva che Pechino trattasse questo dossier allo stesso modo e con la stessa intelligenza e flessibilità da qui alla visita del presidente Xi Jinping in Francia nel 2014.
03 dicembre 2013