Agopuntura, omeopatia, fitoterapia: una legge per disciplinare le medicine complementari.
Le Marche sono la prima Regione in Italia a recepire l’accordo Stato-Regioni sull’esercizio delle medicine non convenzionali, approvata dalla V Commissione Salute e presentata a Palazzo delle Marche.
Una legge innovativa che punta su sicurezza e informazione, risultato di un lavoro avviato oltre un anno fa, come hanno spiegato i due relatori, il presidente della V Commissione Francesco Comi (Pd) e il Vicepresidente Giancarlo D’Anna (Gruppo misto).
In Italia il 14,5% della popolazione ricorre a queste tipologie di trattamento (fonte Eurispes – Rapporto Italia 2012). In generale sono persone di età adulta, dai 25 ai 64 anni, più le donne (4 milioni e e 700 mila) che gli uomini (3 milioni e 162 mila) e la terapia non convenzionale più usata è l’omeopatia (6,2%), seguita da agopuntura e fitoterapia. Nelle Marche, secondo gli ultimi dati disponibili (Istat 2005), il tasso di utilizzo si attesta al 13,8%, ma il trend è in crescita.
“Il numero di cittadini che ricorre alle terapie non convenzionali è in aumento – ha spiegato Comi – Di fronte a un dato così significativo esiste il dovere da parte del sistema sanitario pubblico di tutelare la libertà di scelta dei cittadini, garantendo la consapevolezza dell’offerta e la sicurezza delle prestazioni. Per questo motivo occorre rendere trasparente la serietà dei professionisti, fissando dei requisiti minimi per l’esercizio delle terapie. La formazione non va improvvisata, individueremo i soggetti che potranno offrire percorsi di preparazione adeguati”.
La proposta di legge “Modalità di esercizio delle medicine complementari” unifica due proposte a iniziativa di un gruppo trasversale di Consiglieri regionali (Comi, Traversini, Camela, Marinelli, Bucciarelli e Latini), e intende tutelare, nel rispetto dell’accordo Stato – Regioni del 7 febbraio 2013, la pratica delle medicine complementari esercitate dalle professioni sanitarie, ovvero da medici, farmacisti, veterinari. Queste sono l’agopuntura, la fitoterapia, l’omeopatia, l’antroposofia e l’omotossicologia. Mentre per le altre tipologie di trattamento (come ad esempio chiroterapia, osteopatia, naturopatia) è in cantiere una proposta normativa specifica.
“Siamo la prima regione a recepire con una sua legge l’Accordo Stato-Regioni – ha proseguito Comi – I consiglieri regionali hanno messo l’intenzione politica di normare la materia, i rappresentanti degli ordini professionali, delle Università e del sistema sanitario hanno offerto la loro conoscenza tecnica”.
Alla definizione del testo collabora infatti da oltre un anno un gruppo di lavoro di esperti coordinato da Lucio Sotte, medico chirurgo, rappresentante per la Regione Marche nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni in materia di medicine non convenzionali. All’interno dell’equipe hanno collaborato i rappresentanti degli Ordini dei medici-chirurghi e odontoiatri, dei medici veterinari e dei farmacisti, dell’Università Politecnica delle Marche, delle Università di Camerino e di Urbino, dell’ASUR, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti” di Ancona, dell’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti Marche Nord” e dell’INRCA.
Il via libera al disegno di legge é arrivato da parte della Commissione Salute. A breve l’approdo in Consiglio regionale.
“Tutta la Commissione ha condiviso questa iniziativa e ha lavorato in modo positivo – ha sottolineato il vicepresidente D’Anna – E’ una realtà importante che non va a sostituire la medicina convenzionale, in futuro sarebbe opportuno disciplinare anche ulteriori forme di trattamento come la medicina Ayurvedica”.
Nello specifico la legge promuove l’istituzione di elenchi di professionisti che praticano queste cure. Attraverso protocolli d’intesa tra gli Ordini e la Regione Marche, saranno definiti i percorsi necessari per l’ammissione agli elenchi, i criteri e le modalità per la valutazione di tali percorsi, le norme per il riconoscimento dei titoli conseguiti prima dell’entrata in vigore della legge regionale e nei tre anni successivi.
I protocolli dovranno anche fissare le modalità di accreditamento degli enti formativi abilitati a rilasciare gli attestati validi per l’iscrizione negli elenchi. Da precisare che l’iscrizione in questi elenchi, che avranno finalità esclusivamente informativa e conoscitiva, non costituirà condizione obbligatoria per l’esercizio delle medicine complementari oggetto della proposta di legge. Sarà istituita una Commissione regionale per la formazione che avrà il compito di fissare anche le modalità di istituzione dell’elenco dei docenti nelle medicine complementari.
“Questa legge stabilisce degli standard di qualità formativi di base per la pratica dei trattamenti – ha dichiarato il dottor Sotte – I corsi di formazione dovranno essere di almeno 500 ore in tre anni e prevedere un esame finale”.
19 novembre 2013