biologico – I 430 GAS lombardi muovono 12,5 mln di euro l’anno nell’agroalimentare. Secondo i recenti dati del SINAB (Sistema di Infomazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica), all’interno della crisi dei consumi alimentari italiani l’unico settore in controtendenza è quello dei prodotti biologici, e sono proprio i prodotti biologici ai quali i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) fanno riferimento per i loro acquisti.
“I GAS sono gruppi di 30-40 famiglie che decidono di fare insieme acquisti di alimenti biologici con l’obiettivo di migliorare la propria alimentazione con ricadute positive sulla salute” – spiega Davide Bioghini, fisico cibernetico che si occupa di reti sociali ed economia solidale e presidente di Forum Cooperazione e Tecnologia, richiamando i risultati della ricerca sui GAS lombardi commissionata dal tavolo RES (Rete Economia Solidale), struttura di supporto e servizio ai distretti di economia solidale, e avviata con il supporto dell’Osservatorio CORES dell’Università di Bergamo.
La ricerca verrà presentata in anteprima a il Bontà domenica 10 novembre nel corso del Seminario “I Gruppi di Acquisto Solidale (GAS): tra volontariato e professione”.
– Come è stata svolta la ricerca?
“La Lombardia è la Regione che registra la maggiore concentrazione di GAS (429 censiti, quasi un quarto del totale nazionale), il maggior numero di botteghe di commercio equosolidale, di finanza etica e cooperative sociali (oltre 1.500). Per questo la ricerca si è svolta in questa regione attraverso due questionari online compilati da circa il 25% delle famiglie di ogni GAS”
– Quali prodotti vengono acquistati dai GAS?
“Al primo posto troviamo formaggio, frutta e farine; al secondo posto pasta, olio e verdure; per ogni prodotto la famiglia gasista ha a disposizione 1 o 2 produttori con i quali stabilisce una relazione diretta e di fiducia. In Lombardia ogni provincia ha una rete di GAS che ha lo scopo di razionalizzare gli acquisti per fornitura e distribuzione. Ogni famiglia “gasista” spende all’anno 740 euro, 30mila all’anno per ogni GAS, 12,5 milioni all’anno su i 430 GAS lombardi che coinvolgono 65.000 persone”.
– Quali sono gli obiettivi della ricerca?
“Avere un profilo più definito delle caratteristiche delle famiglie “gasiste”, che sono risultate essere composte da coppie giovani con 1 o 2 figli con reddito medio alto, quindi con capacità di acquisto importante – prosegue Biolghini – è questo un dato che testimonia quanto la percentuale di acquisto attraverso i GAS sia destinata ad aumentare proporzionalmente all’incremento della rete dei produttori biologici.”
Il reperimento dei produttori è uno dei principali obiettivi che si propone la rete dei GAS presente in ogni provincia lombarda. Dal 1994, data di inizio dell’esperienza dei GAS italiani (il primo GAS è nato a Fidenza) il numero dei GAS in Lombardia cresce linearmente, un dato particolarmente significativo rispetto alla crisi di molte catene distributive tradizionali.
05 novembre 2013