biologico – Anche le scuole favoriranno il consumo di alimenti biologici. Lo prevede un emendamento proposto all’art. 4 del dl Istruzione, e approvato dalla commissione Cultura della Camera dove il decreto è in esame in sede referente.
L’emendamento Mongiello-Realacci prevede che i prodotti della dieta mediterranea dovranno essere inseriti nei menù degli istituti scolastici italiani, dagli asili nido alle superiori, e a fornirli saranno le aziende tradizionali e biologiche del territorio.
Ogni mensa dovrà disporre di una quota di prodotti bio. L’emendamento, proposto dal Pd e modificato dal M5S in relazione al tema del biologico, specifica infatti che in sede di gara di appalto per l’affidamento e la gestione dei servizi di refezione scolastica e di fornitura di alimenti e prodotti agroalimentari nelle strutture scolastiche gli appaltanti devono prevedere un’adeguata quota di prodotti agricoli e agroalimentari non solo provenienti da sistemi di filiera corta ma anche “biologici”.
Modificate sempre per iniziativa del M5s anche le disposizioni del decreto relative ai programmi di educazione alimentare che dovranno essere elaborati dal ministero delle Politiche agricole per favorire il consumo consapevole dei prodotti ortofrutticoli considerando tali “i prodotti locali, stagionali e biologici”.
“Sostenere il consumo di prodotti agroalimentari di qualità, come quelli biologici e a filiera corta legata al territorio, nonché il modello nutrizionale della dieta mediterranea, fa bene alla nostra economia, all’ambiente e alla salute dei nostri studenti”, affermano i deputati Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera, e Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando l’approvazione dell’emendamento al dl 104/2013 in Commissione Cultura a Montecitorio.
“Riservare una quota adeguata di cibi di qualità nei servizi di refezione scolastica – proseguono Mongiello e Realacci – è una modo semplice per promuove la buona agricoltura, magari a km0, la stagionalità dei prodotti, la sana alimentazione, rispettando l’ambiente e rinsaldando il rapporto tra consumatori e produttori. In un Paese come il nostro, che vanta il primato europeo di prodotti tipici con ben 252 denominazioni di origine riconosciute e circa 4.700 specialità tradizionali censite in tutte le regioni, scegliere prodotti biologici, di qualità e a filiera corta per i nostri studenti significa anche compiere un’importante azione di educazione alimentare e contribuire a mantenere viva una tradizione culinaria e culturale che rappresenta un patrimonio nazionale”.
La prescrizione vale per tutte le strutture pubbliche che “abbiano come utenti bambini e giovani fino a diciotto anni di età” e prevede in capo ai “soggetti appaltanti” l’obbligo di prevedere “una adeguata quota di prodotti agricoli ed agroalimentari provenienti da sistemi di filiera corta e biologica, nonché una riserva di punteggio per le offerte di servizi e forniture rispondenti al modello nutrizionale denominato «dieta mediterranea», consistente in un’alimentazione in cui prevalgano i prodotti ricchi di fibre, in particolare cereali integrali e semintegrali, frutta fresca e secca, verdure crude e cotte e legumi, nonché pesce, olio extravergine d’oliva, uova, latte e yogurt, con una limitazione nel consumo di carni rosse e zuccheri semplici”.
17 ottobre 2013