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Meno rifiuti elettronici con la bioplastica bio-on

bioplastica – Con 50 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti nel mondo ogni anno l’elettronica (smartphone, tablet, computer, ecc) è oggi un serio problema per l’ambiente. Un contributo per ridurre l’impatto di quello che viene definito e-waste, arriva ora dalla rivoluzionaria bioplastica realizzata da bio-on: questo polimero (biodegradabile naturalmente in acqua e suolo al 100%) può essere utilizzato come substrato per circuiti elettrici o, combinato con opportune nanocariche diventare un conduttore di elettricità con prospettive straordinarie e ancor oggi inesplorate.

«In questo modo è possibile costruire dispositivi elettronici con un ridotto impatto ambientale – ha spiegato a Maker Faire Roma, Marco Astorri, Ceo e co-fondatore di bio-on – ma l’uso di bioplastica non si limiterà a smartphone e tablet: possiamo estenderlo a settori tecnologici avanzatissimi grazie alle molteplici funzionalità della nostra bioplastica, elevate prestazioni tecniche ed eccellente biocompatibilità. Questo – ha continuato Astorri – ci permetterà di sviluppare in futuro anche sensori ed apparecchiature elettromedicali per health care».

La possibilità di incorporare circuiti elettrici ed elettronici in substrati plastici, per ottenere così un’elettronica flessibile, leggera e facilmente integrabile, è oggetto degli studi di un team di ricercatori italiani dei Dipartimenti di Ingegneria delle Università di Modena e Reggio Emilia e di Perugia, che hanno integrato nella bioplastica prodotta da bio-on nanoparticelle di carbonio, come i nanotubi ed il grafene, rendendoli idonei allo sviluppo di un’elettronica sostenibile. I risultati preliminari di queste ricerche sono stati presentati a Roma durante BIOPOL 2013 la Conferenza Internazionale sui polimeri biodegradabili e biogenici.

bio-on - impianti«Questo tipo di plastica abbassa l’impatto ambientale del dispositivo – dice Paola Fabbri, ricercatrice al Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia – rendendo il recupero più facile ed economico. Poiché gran parte delle attuali plastiche usate in elettronica può essere ora sostituita da un biopolimero come quello di bio-on, molte aziende potrebbero già oggi trarre vantaggi per ridurre l’impatto del ciclo di vita dei dispositivi elettronici (LCA) come indicato dalle normative europee».

Fondata nel 2007 bio-on ha realizzato e brevettato la prima bioplastica PHAs al mondo biodegradabile naturalmente in acqua e suolo al 100%.
Un prodotto che nasce trasformando i residui di produzione dello zucchero, da barbabietola e canna, (in Italia in collaborazione con Co.Pro.Bi.) attraverso un processo produttivo naturale senza uso di solventi chimici organici.

In poche settimane il prodotto si biodegrada anche in acqua di fiume senza lasciare tracce.
La bioplastica PHAs sviluppata da bio-on trasforma un prodotto di scarto che andrebbe smaltito (un costo diventa una risorsa) e non ha quindi alcun impatto sul ciclo alimentare, contrariamente a quanto accade per altri tipi di prodotti “bio” come biocarburanti o altre bioplastiche che utilizzano cereali.

La bioplastica brevettata da bio-on possiede caratteristiche straordinarie: ha elevata resistenza termica e meccanica ed è lavorabile con le normali tecnologie produttive delle comuni plastiche dal petrolio. Per questo è possibile realizzare una infinita gamma di oggetti in tutti i settori dove oggi si utilizza la tradizionale plastica da petrolio.
La biodegradabilità della bioplastica bio-on è stata certificata nel 2008 da Vinçotte. Bio-on è una Intellectual Property Company e fornisce la tecnologia per produrre o utilizzare PHAs sulla base di una licenza che limita l’uso ad un territorio o ad una specifica area commerciale.

4 ottobre 2013

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