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Nasce dagli scarti vegetali l’antibatterico naturale per alimenti

alimentazione naturale e riciclo scarti vegetali – Lunga vita agli alimenti ma in maniera del tutto naturale.
A garantirla è il nuovo estratto antibatterico frutto della ricerca di un gruppo multidisciplinare del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma.
L’estratto antibatterico, ottenuto da sottoprodotti della filiera ortofrutticola, non contiene molecole di sintesi, e potrà essere utilizzato come ingrediente per aumentare la “vita di scaffale” degli alimenti.

Produzione di antimicrobici da scarti vegetali

Dal titolo “Produzione di antimicrobici da scarti vegetali” il brevetto di ricerca per invenzione industriale è stato regolarmente depositato dal gruppo di ricerca.

“Gli inventori del brevetto (Camilla Lazzi, Valentina Bernini, Erasmo Neviani, Gianni Galaverna, Martina Cirlini, Annalisa Ricci, Antonietta Maoloni, Luca Calani e Silvia Zanetti del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco) – spiegano in facoltà -, hanno sviluppato un processo che si basa sulla fermentazione di sottoprodotti della lavorazione di pomodoro, melone e carota, ottenendo poi un estratto attivo che ha mostrato in vitro e in situ (in alimenti) una rilevante attività antibatterica nei confronti dei più comuni patogeni alimentari, quali Listeria monocytogenes, Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Bacillus cereus, Salmonella, e nei confronti di microflore alterative”.

A sostenere il progetto anche la Fondazione Cariparma, che ha messo a disposizione un finanziamento dimostratosi utilissimo per avviare il ciclo di ricerca che ha condotto gli studiosi a realizzare il prodotto.

Valorizzazione dei materiali di scarto

L’antibatterico, come spiegano gli studiosi – “è frutto dell’integrazione delle competenze microbiologiche e chimiche del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco e della nuova linea di ricerca indirizzata alla valorizzazione dei sottoprodotti mediante fermentazione in stato solido per il recupero di molecole di interesse industriale”.

“La tematica, che si inserisce nella più ampia strategia della Bioeconomia circolare, permette la valorizzazione di materiali di scarto per la produzione di composti innovativi ad alto valore aggiunto che possono trovare impiego in differenti ambiti industriali (alimentare, mangimistico, chimico e farmaceutico).

In particolare, il gruppo di Microbiologia degli Alimenti dell’Ateneo è attualmente depositario di una collezione microbica costituita da 4000 ceppi batterici: un enorme patrimonio biologico che rappresenta una grande potenzialità, ancora poco esplorata, per il trattamento di residui di lavorazione agro-industriale che potrebbero generare nuovo reddito mediante processi green e sostenibili”.

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