fotovoltaico e rifiuti – Nasce nelle aule dell’Università Ca’ Foscari Venezia la prima cella fotovoltaica realizzata dagli scarti della vinificazione.
Il prototipo di cella fotovoltaica a base di nanoparticelle di titania e colorante organico, ha debuttato a Vinitaly 2019 all’insegna della sostenibilità, ed è stato realizzato con estratto dalle fecce di vinificazione del Cabernet Sauvignon Veneto, irraggiato con luce solare simulata.
Valorizzare i rifiuti da smaltire
“Alla base del progetto Cheers – spiega la responsabile scientifica Elisa Moretti, professoressa di Chimica Inorganica al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi di Ca’ Foscari – vi è l’idea di recuperare la feccia ottenuta dalla lavorazione e chiarificazione dei vini, valorizzando tale rifiuto da smaltire e impiegandolo per la costruzione di celle fotovoltaiche a colorante organico, le cosiddette celle di Gräetzel.
Il colorante, estratto dagli scarti del processo di vinificazione, cattura la luce solare iniettando elettroni al semiconduttore, costituito da nanoparticelle di biossido di titanio poroso. L’elettrone generato è in grado di percorrere il circuito esterno, producendo corrente elettrica rinnovabile e sostenibile”.
Questa tipologia di cella solare è di fatto una macchina molecolare che lavora nel campo delle nanotecnologie, mimando il processo di fotosintesi clorofilliana, “e rappresenta un’alternativa ai sistemi tradizionali (celle al silicio) sia per vantaggio economico, sia per metodologie costruttive eco-friendly, che permettono un riciclo a basso impatto ambientale, sia per l’efficienza di conversione energetica – conclude Elisa Moretti – in caso di clima nuvoloso o illuminazione artificiale”.
Il progetto finanziato dalla Commissione Europea
“Si tratta di un progetto finanziato con il bando dgr 11/2018, dedicato agli assegni di ricerca, a valere sul Fondo sociale europeo, al quale la Regione ha assegnato un contributo di € 41.056,83” rende noto l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Università del Veneto Elena Donazzan.
“Il buon esito del progetto, che ha come partner l’università Cà Foscari di Venezia, l’università di Udine, l’università di Malaga, l’azienda Vinicola Serena – sottolinea la titolare della programmazione Fse (Fondo Sociale Europeo) – dimostra la capacità della Regione di valorizzare e canalizzare le risorse comunitarie verso iniziative capaci di creare innovazione, sviluppo e occupazione.
Investire nell’economia circolare all’insegna della sostenibilità è il futuro sia per la ricerca accademica, sia per l’economia: così si crea lavoro e occupazione, nascono nuove imprese e nuove professioni”.