. Per un 'verde' Natale si parte dall'albero ecologico certificato

Per un ‘verde’ Natale si parte dall’albero ecologico certificato

Natale green – Deve essere naturale, certificato e italiano. Parliamo dell’albero di Natale ecologico e delle regole che è bene seguire perchè le nostre feste rispettino appieno l’ambiente.

Le regole da seguire perchè il nostro albero sia ecologico le ha dettate il PEFC, il Programma di valutazione degli schemi di certificazione forestale. Un’alleanza internazionale fra proprietari forestali, industriali del legno, artigiani e consumatori, per la gestione sostenibile delle foreste.

“L’acquisto dell’albero natalizio è un’azione apparentemente piccola ma che in realtà può trasformarsi in un tassello importante per dare il nostro contributo nella riduzione delle emissioni di gas serra e per orientare il mercato in senso più ecologico”.
A sottolinearlo è Antonio Brunori, segretario generale del Pefc Italia.

Per celebrare le festività secondo lo spirito dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco anche in Piazza San Pietro l’albero di Natale è ‘green’.
albero di Natale GubbioL’albero che è stato donato al Vaticano e che resterà in Piazza San Pietro per tutte le festività natalizie, arriva dalla Valsugana e precisamente dai boschi certificati Pefc dalla Val Campelle nel comune di Scurelle, nella Provincia autonoma di Trento, ai piedi della catena montuosa del Lagorai.

Per arredare la propria casa con un abete amico dell’ambiente, il Pefc Italia ricorda che basta seguire cinque semplici regole.
Prima fra tutte: evitare alberi di plastica.

Gli abeti “finti” sono erroneamente considerati i migliori per tutelare il nostro patrimonio boschivo ma in realtà, ricorda uno studio di Coldiretti, i cinque milioni di alberi finti che vengono in media acquistati ogni anno emettono gli stessi gas di sei milioni di chilometri percorsi in macchina.

In più, “l’abete in casa respira, assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno, ma anche oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza”, ricorda Antonio Brunori.

Seconda regola: leggereabete sempre l’etichetta. “Sul tagliando che troviamo sull’albero o sul cimale – spiega Brunori – devono essere riportate la provenienza da coltivazioni specializzate, la nazionalità, l’età dell’albero e la non destinazione per il rimboschimento (per evitare mescolanze genetiche e quindi danni alle specie autoctone)”.

Terzo: optare per alberi prodotti da realtà forestali certificate Pefc, riconoscibile dal logo presente in etichetta. “Lo schema di certificazione garantisce infatti la massima trasparenza in termini di tracciabilità e rispetto dei nostri territori – prosegue Brunori – Ci sono centinaia di aziende già certificate. Scegliere loro prodotti significa rafforzare un circolo virtuoso e contribuire a modificare le scelte imprenditoriali delle aziende della filiera bosco-legno”.

Quarta regola per una scelta ‘green’: preferire alberi provenienti dal nostro Paese. Più è vicino il luogo di coltivazione o il bosco dal quale è stato prelevato, meno chilometri farà fino a casa nostra e quindi minore sarà il suo impatto sull’ambiente in termini di emissioni nocive. Rispettare questa regola non è difficile.

Gli abeti italiani disponibili sul mercato natalizio derivano per il 90% da coltivazioni specializzate che occupano oltre mille piccole aziende agricole tricolori. Il restante 10% è venduto senza radici (i cosiddeparedes reteclima - bosco compensare carta asciugamani3tti cimali o punte d’abete) e può derivare da normali pratiche di gestione forestale che prevedono interventi di diradamento indispensabili per far sviluppare meglio le nostre foreste.

Ultima regola: passate le feste, smaltire l’albero in modo corretto. Ma il rimboschimento non è sempre l’opzione più corretta. “L’abete rosso (il Picea abies che rappresenta circa l’80% di quelli presenti sul mercato nazionale) è un albero spontaneo solo sull’arco alpino e in alcune aree dell’Appennino Tosco-emiliano – ricorda Brunori – Piantarli in boschi dove già è presente l’abete significa creare problemi di inquinamento genetico, visto che non si conosce l’origine di quelli ripiantati”.

Meglio quindi piantarlo nel giardino di casa, cioè in ambito urbano, per chi ne ha uno. E se l’albero si è seccato durante le feste, va destinato alla raccolta compostabile per permettere la sua trasformazione in compost che verrà poi usato come fertilizzante per nuove piante.

28 novembre 2016

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