lotta allo spreco alimentare – Domenica 16 ottobre sarà celebrato nel mondo il World Food Day, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione: anche quest’anno nel segno del paradosso del nostro tempo e del nostro pianeta, fra scarsità e sovrabbondanza, fra sottoalimentazione e spreco.
Sulla terra 795 milioni di persone non hanno abbastana cibo, si tratta di una persona su 9. E l’Africa Sub-sahariana è la regione con la più alta incidenza (percentuale della popolazione) della fame: 1 persona su 4 é sottoalimentata.
Quasi un milione di bambini in Africa soffre di malnutrizione grave: la loro sopravvivenza è ancora appesa a un filo, condizionata dall’accesso e disponibilità di cibo. Oggi 6,9 milioni di bambini muoiono prima di compiere i 5 anni, 1 su 3 a causa della malnutrizione.
Ogni giorno, ogni ora, nel mondo muoiono circa 240 bambini a causa di una scarsa e non adeguata alimentazione. Intanto ogni anno circa un terzo della produzione mondiale di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare (dati FAO): parliamo di circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancora edibile che trasformiamo in rifiuto.
Senza contare gli sprechi nascosti: circa 250.000 miliardi di litri d’acqua sono utilizzati per produrre il cibo che viene sprecato ogni anno nel mondo: un quantitativo sufficiente per soddisfare i consumi domestici di acqua di una città come New York nei prossimi 120 anni.
Lo spreco alimentare, ovvero il cibo che si perde nella filiera alimentare insieme a quello che si butta in casa, vale ogni anno poco meno di 16 miliardi di euro.
In attesa del World Food Day arrivano i dati aggiornati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg e del progetto Reduce (Università di Bologna/ministero dell’Ambiente) che per la campagna Spreco Zero 2016 hanno riunito i monitoraggi sulle perdite e spreco del cibo nella filiera (agricoltura, industria, distribuzione) sommandoli allo spreco alimentare domestico.
Si calcola che nella spazzatura prodotta nelle case degli italiani finiscano 8 miliardi di euro all’anno, ovvero circa 30 euro al mese a famiglia per 600 grammi circa di cibo sprecato. Complessivamente, però, lo spreco di cibo costa ogni anno circa il doppio agli italiani: innanzitutto perché lo spreco domestico dichiarato nei sondaggi è quello percepito non quello reale che secondo i primi test dei ‘Diari di famiglia’ Waste Watcher vale almeno il 50% in più, ovvero 12 miliardi circa.
A questa cifra vanno poi sommate la perdita in campo (circa 1 miliardo e 25 milioni), gli sprechi nell’industria (circa 1 miliardo e 160 milioni) e nella distribuzione (circa 1 miliardo e 430 milioni). Si arriva così al valore di 15 miliardi e 615 milioni di spreco alimentare annuo in Italia (elaborazione Distal Università di Bologna e Last Minute Market su dati Borsa Merci Bologna).
“I risultati di queste ultime stagioni spese per la sensibilizzazione di cittadini e amministratori sul tema dello spreco alimentare si sono tradotti nella nuova normativa antispreco ma anche in una maggiore consapevolezza dei consumatori. Un’attenzione che vogliamo innanzitutto tramandare ai nostri figli: insegnare a non sprecare è un atteggiamento educativo passato in un anno dal 62% al 78% degli italiani”, spiega il fondatore di Last Minute Market Andrea Segré, presidente del Comitato tecnico-scientifico Programma nazionale di Prevenzione rifiuti/sprechi.
“Ma le criticità sono ancora tante e resistenti – continua – cresce la percezione che lo spreco domestico è un serbatoio enorme di spreco (dal 15% del 2015 al 24% del 2016) ma solo 1 italiano su 4 riconosce nello spreco domestico la vera voragine degli sprechi in Italia, laddove le ‘colpe’ sono date frettolosamente alla distribuzione, alla ristorazione o alla filiera”.
14 ottobre 2016