giornata mondiale biodiversità – Difendere la biodiversità e le specie animali carismatiche come elefanti, rinoceronti, gorilla, tigri e leoni si traduce in un vero e proprio investimento economico oltre che in un’assicurazione sulla nostra vita futura e sul nostro benessere.
Le complesse reti degli ecosistemi e le specie che li abitano sono infatti la garanzia per una serie incredibile di servizi, quotidiani e gratuiti, che la natura offre al nostro sviluppo (dalla rigenerazione dei suoli, alla fotosintesi, ai regimi idrici, alla composizione chimica dell’atmosfera ecc.).
Molte specie, se protette dal bracconaggio e dalla distruzione degli habitat, possono rappresentare un vero volano di sviluppo per le popolazioni locali, sia per il loro straordinario ruolo di “specie chiave” (quelle che gli studiosi definiscono appunto Keystone species) per un ecosistema particolare sia per il significativo indotto economico che possono produrre.
Il turismo, che è una componente importante dei servizi ecosistemici ricreativi e culturali, è infatti oggi riconosciuto come un fattore fondamentale per lo sviluppo del 90% dei paesi ricchi di biodiversità ma in gravi situazioni economiche ed un settore cruciale per contribuire all’eradicazione della povertà.
Il WWF, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità che si celebrerà in tutto il mondo domenica 22 maggio, punta l’attenzione sui benefici economici di specie simbolo come i gorilla, gli elefanti e le tigri.
La biodiversità è un vero e proprio investimento economico perché gli ecosistemi forniscono una serie di servizi quotidiani e gratuiti, dalla rigenerazione dei suoli alla fotosintesi, dai regimi idrici alla composizione chimica dell’atmosfera. Per il team di economisti ecologici guidati da Robert Costanza, tra i primi ad aver valutato il valore economico dei servizi ecosistemici, la somma dei servizi offerti dalla natura crea un valore di circa 145.000 miliardi di dollari annui, circa il doppio del Pil mondiale.
Molte specie, se protette dal bracconaggio e dalla distruzione degli habitat, rappresentano un volano di sviluppo per l’indotto economico che possono produrre. Come nel caso del turismo, fattore fondamentale per lo sviluppo del 90% dei Paesi ricchi di biodiversità, ma in gravi situazioni economiche.
Qualche esempio? Ogni esemplare di leone vale almeno 500.000 dollari l’anno, calcolando gli investimenti in indotto turistico nel Parco di Amboseli, in Kenya. Nel Parco Nazionale della foresta di Bwindi, in Uganda, l’osservazione di un solo gorilla dei 400 esemplari presenti nel parco da parte dei turisti frutta almeno 100.000 dollari l’anno.
Anche le specie italiane rappresentano un’autentica risorsa.Un esempio su tutti quello della nostra cernia.
Da una valutazione fatta per difetto qualche anno fa, la presenza di tre cernie, rispettivamente del peso indicativo di 12, 16 e 18 kg, diventate motivo di immersione per centinaia di sub a Teja Liscia, nell’Area Marina Protetta di Tavolara, Molara, Punta Coda Cavallo, ha generato un indotto turistico in dieci anni superiore ai 110.000 euro.
Le 16mila immersioni fatte nel 2009 nell’Area Marina Protetta di Tavolara hanno prodotto, nel 2009, un fatturato di 23 milioni di euro, come emerge dall’analisi dell’Università di Sassari.
In Italia secondo il rapporto Ecotour sul Turismo Natura del 2014, il turismo naturalistico nelle strutture ricettive all’interno delle aree protette ha superato quota 100 milioni di presenze, con un fatturato di oltre 11 miliardi di euro.
20 maggio 2016