rifiuti – Plastica, compost, imballaggi, termovalorizzatori, discariche: l’argomento dei rifiuti è spesso al centro di dibattiti e iniziative per sensibilizzare la popolazione alla raccolta differenziata. A volte però il tema viene affrontato con superficialità e i lodevoli sforzi di chi si impegna nel riciclo possono essere in parte vanificati da una scarsa conoscenza del funzionamento dell’intero ciclo dei rifiuti.
A far chiarezza sul tema è il libro ‘Dove vanno a finire i nostri rifiuti?’, scritto da Mario Grosso, ingegnere ambientale e docente al Politecnico di Milano, assieme alla giornalista Maria Chiara Montani ed edito da Zanichelli.
Un tempo c’era solo la discarica. Oggi la filiera dei rifiuti parte prima e a volte, dopo la raccolta differenziata, con i trattamenti biologici dell’umido, l’estrazione di ulteriori materiali riciclabili e il recupero dell’energia nei termovalorizzatori, in discarica non ci si arriva proprio.
Ma i problemi non mancano certo: in Italia solo il 40% dei rifiuti è raccolto per via differenziata. E il numero delle discariche abusive è maggiore di quelle controllate: secondo dati del 2013 le abusive sono stimate in 218 contro le 200 regolari. Oltre il 10% dei siti abusivi si trova in Sicilia.
Per capire cosa succede ai nostri rifiuti, partiamo dai problemi quotidiani di una famiglia che potrebbe essere la nostra: “dove butto la carta di un cioccolatino, che dentro ha del metallo?” e arriveremo a una panoramica su tutto il ciclo dei rifiuti: termovalorizzatore, discarica, fino al problema delle scorie radioattive.
Ciò che buttiamo cambia nel tempo e non solo in quantità. Basta pensare agli scarti dell’elettronica, inesistenti fino a poco fa. Il miglior rifiuto è quello che non si produce, ma arriveremo mai a rifiuti zero? Forse no, ma possiamo prevenire la produzione di scarti con il design ecologico e l’aiuto della tecnologia.
E ci sono miti da sfatare. Ad esempio quello che la plastica va sempre riciclata. Dipende dalla sua “qualità”. Oppure: coi termovalorizzatori elimineremo le discariche? No ma ne serviranno di meno dato che un termovalorizzatore permette di ridurre il volume dei rifiuti residui del 90%.
E’ vero che bruciare i rifiuti provoca danni all’ambiente? Non sempre. In realtà bruciarli a fini energetici (al posto del carbone, per esempio) contribuisce a diminuire l’emissione di gas a effetto serra.
Nel saggio, che offre al lettore una panoramica sulla “scienza di riciclare, gestire e smaltire gli scarti”, partendo dai problemi quotidiani di una famiglia tipo, trova spazio un decalogo di miti da sfatare.
1) La plastica va sempre riciclata. Non tutta la plastica è uguale. Involucri di cracker e merendine, per esempio, sono fatti di una plastica di bassa qualità difficile da riciclare (…) La plastica buona è quella delle bottiglie d’acqua in Pet o dei flaconi in Hdpe (…)
2) I materiali naturali si decompongono velocemente. Non tutti. Il tempo di degradazione biologica del legno e di altri materiali, nati dalla natura e non divenuti fossili come carbone e petrolio, è anche di secoli
3) Estrarre materiali pregiati dai rifiuti è costoso e poco conveniente. Non nel caso dell’alluminio, il cui recuper dai rifiuti comporta un risparmio energetico superiore del 90% rispetto all’estrazione dell’alluminio dal materiale che lo contiene, la bauxite (…)
4) Il compost può essere utilizzato come fertilizzante. Il compost ha potere fertilizzante assai limitato (…) è bene considerarlo come un materiale ammendante, in grado di fornire carbonio organico al suolo, al pari della torba (…)
5) Bruciare i rifiuti provoca danni all’ambiente e favorisce i cambiamenti climatici. No, bruciare rifiuti a fini energetici, per esempio al posto del carbone, contribuisce a diminuire l’emissione di gas a effetto serra (…)
6) Il carbonio contenuto nei rifiuti contribuisce al riscaldamento globale. In parte sì, in parte no. Circa metà del carbonio che si trova nei rifiuti è di origine biogenica e quindi non aggiunge nulla alla contabilità del carbonio atmosferico (…)
7) Con i termovalorizzatori potremo eliminare le discariche. No, le discariche non scompariranno, ma se accetteremo di smaltire i rifiuti indifferenziati in un termovalorizzatore ne serviranno meno, con costi di gestione più bassi (…)
8) L’aumento degli imballaggi provoca un aumento dei rifiuti. Non è detto. In soli 13 anni, dal 2000 al 2013, la produzione di rifiuti urbani della città giapponese di Kyoto è calata di ben il 28% (…)
9) Bisogna assolutamente lavare i contenitori di vetro e plastica prima di differenziarli. Il lavaggio accurato dei contenitori non è strettamente necessario, perché gli impianti di selezione e riciclo sono in grado di gestire la presenza di residui (…)
10) Recupero di materia e recupero di energia dai rifiuti sono incompatibili. Non è così (…) si prestano a importanti integrazioni e sinergie (…)
02 maggio 2016