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A Udine il Comune stanzia contributi per gli eco-pannolini

eco-pannolini – Il Comune di Udine sosterrà con un contributo ad hoc le famiglie che decideranno di acquistare per i propri bambini pannolini ecologici lavabili.
Sul sito del Comune è stato pubblicato l’avviso per la concessione di contributi per l’acquisto di pannolini per l’anno 2016.

“Un’iniziativa – spiega l’assessore all’Ambiente, Enrico Pizza – che punta a contrastare l’uso di una delle frazioni di rifiuto secco residuo più consistenti quantitativamente e più critiche per lo smaltimento, con un impatto forte sia a livello ambientale, sia dal punto di vista economico per il bilancio familiare”.

Oltre a essere un elemento problematico da gestire nell’ambito del ciclo dei rifiuti, il pannolino tradizionale costituisce anche un costo considerevole per le famiglie. Basti pensare che, in base alle stime, l’utilizzo del pannolino lavabile porterebbe a un risparmio medio di oltre 1.000 euro. Ecco perché il Comune ha deciso di sostenere, con uno stanziamento complessivo di 3 mila euro, l’acquisto dei pannolini ecologici.

Il contributo, che coprirà il 50% della spesa sostenuta fino a un massimo di 120 euro a bambino, sarà corrisposto alle famiglie con figli di età compresa tra 0 e 3 anni residenti sul territorio comunale e a fronte dell’acquisto di almeno 10 pannolini lavabili. Il beneficio sarà assegnato agli aventi diritto in base all’ordine cronologico delle domande fino a esaurimento delle risorse disponibili. Verranno prese in considerazione le domande relative a spese sostenute nel corso del 2016.pannolini

L’acquisto della dotazione di pannolini lavabili può essere effettuata presso esercizi commerciali attivi sul territorio nazionale o dell’Unione Europea, ovvero presso esercizi commerciali attivi su internet, purché gestiti da imprese aventi sede giuridica sul territorio nazionale o dell’Unione Europea.

Per accedere al contributo sarà necessario compilare l’apposito modulo scaricabile dal sito internet del Comune e allegare la fotocopia della fattura o dello scontrino fiscale che attesti inequivocabilmente l’acquisto dei pannolini lavabili (e/o loro ricambi) entro l’anno 2016.

Le fatture e/o gli scontrini dovranno essere regolarmente quietanzati e annullati sull’originale recando la dicitura “documento utilizzato ai fini del rendiconto del contributo del Comune di Udine – anno 2016 – concesso per l’acquisto di pannolini lavabili. Alla domanda dovranno essere allegati la fotocopia di documento d’identità in corso di validità e il modulo debitamente compilato e sottoscritto. Ulteriori informazioni potranno essere richieste direttamente dall’ufficio Ambiente telefonando ai numeri 04321272888-2932.

Numerose le motivazioni alla base di questa scelta. Se pensiamo che, secondo le statistiche, un bambino nei primi tre anni di vita consuma circa 5 mila pannolini usa e getta, corrispondenti a quasi una tonnellata di rifiuti non riciclabili, i quali vengono poi portati in discarica (impiegando fino a 500 anni per decomporsi) oppure bruciati nell’inceneritore, possiamo farci un’idea dell’impatto che ha l’uso di questi prodotti da un punto di vista dei costi sociali e ambientali.

Oltre a comportare l’immissione nell’ambiente di agenti inquinanti, l’impiego di pannolini non riciclabili richiede già a monte un ingente consumo di risorse naturali (energia, acqua, polpa di legno).
D’altra parte invece, il pannolino lavabile, composto da una mutandina esterna impermeabile, da uno strato assorbente in fibra naturale a contatto con la pelle del bambino e da un velo raccogli feci in cellulosa compostabile (da gettare nel wc), comporta benefici ambientali (minore impatto in fase di produzione e smaltimento) ed economici (si stima una riduzione della spesa famigliare che può superare i 1.000 euro a cui vanno aggiunti i minori costi per lo smaltimento dei rifiuti) nonché un maggior benessere del bambino (riduzione di allergie e irritazioni cutanee).

Infine, da un punto di vista igienico, conferire le deiezioni dei neonati nel wc domestico favorisce una corretta gestione di tale rifiuto e, di conseguenza, una riduzione del rischio di contaminazione della falda.

10 febbraio 2016

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