smog – Milano sarà città pilota per tutta la Regione Lombardia grazie ai progetti Converse e Sistema Integrato Infomobilità, approvati dalla Giunta, che interesseranno un’area ben più vasta di quella della città. I due progetti interagiranno tra loro con lo scopo di ridurre l’inquinamento da mezzi pesanti in ambiente urbano, definire strumenti e politiche di tracciamento dei veicoli merci e da cantiere, approfondire gli studi sulle effettive emissioni nel ciclo di guida urbano e gestire, trattare ed elaborare dati per ricavare in tempo reale i tempi di percorrenza e lo stato della rete stradale.
“Il rapporto Ue è per la città di Milano un riconoscimento importante perché conferma che è il traffico la ‘bestia nera’ dei grandi centri urbani (e non solo) e che la scelta politica di istituire Area C è perfettamente in linea con le politiche delle città più avanzate in Europa”, ha commentato l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran. “Area C ha come obiettivo principale ridurre la congestione del traffico, ma produce anche risultati ambientali e un cambiamento delle abitudini dei cittadini, che come ha ricordato la commissaria europea Hedegaard è essenziale. Con questi due progetti Milano si fa capofila della lotta alle emissioni inquinanti che dovrà poi essere estesa a tutto il Nord Italia”.
Grazie ai due progetti sarà realizzata una cintura di 20 varchi elettronici sperimentali al confine del Comune di Milano (interna alle tangenziali), che consentirà di controllare in tempo reale il carico di traffico all’ingresso, stimarne la velocità media di percorrenza e valutare le differenti classi veicolari sulla rete cittadina. Si creerà così una sorta di ‘Low Emission Zone’ che potrebbe anche essere utile per far rispettare le normative regionali in vigore in inverno, ma che ad oggi non prevedono l’uso di telecamere ai fini sanzionatori delle violazioni. Attraverso questi varchi sarà anche possibile incrociare i dati delle telecamere di Area C e ricavare così la velocità media di attraversamento della città.
Più in generale questi progetti permetteranno di migliorare la conoscenza della mobilità urbana e, insieme ai dati già oggi disponibili con Open data, porteranno alla realizzazione di un Portale della Mobilità, che sarà il punto di accesso unificato per conoscere tutto quel che riguarda la mobilità pubblica, privata e lo stato della sosta all’interno del sistema delle tangenziali.
Verrà anche individuato un sistema di riconoscimento visivo (vetrofanie) della classe emissiva, per una gestione a basso impatto ambientale dei veicoli pesanti e da cantiere. Questi mezzi saranno inoltre dotati di apparati di bordo (On Board Unit – OBU) che permetteranno di ricostruire in tempo quasi reale le velocità medie dei flussi di veicoli su ogni settore della rete stradale.
I due progetti sono coperti da cofinanziamenti. Parte dell’importo arriva dal Ministero dell’Ambiente, attraverso un Accordo di Programma sottoscritto dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano: circa 1 milione 82mila euro, vincolati appunto all’adozione di sistemi innovativi di controllo delle emissioni derivanti dal settore dei trasporti che, come stabilito nella Relazione Finale della Commissione Nazionale per l’Emergenza Inquinamento Atmosferico (CNEIA), costituisce la principale fonte di inquinamento atmosferico in ambito urbano. I finanziamenti restanti sono del Comune di Milano (1,7 milioni di euro) e di Regione Lombardia (1,5 milioni di euro).
Per quel che riguarda il rapporto Ue, l’agglomerato di Milano, che non riguarda i confini amministrativi della città, ma è inteso come area vasta, è il più grande all’interno dello studio nato dalla collaborazione fra Agenzia europea dell’Ambiente, Commissione europea e 12 città impegnate nella lotta all’inquinamento (Milano, Anversa, Berlino, Dublino, Madrid, Malmo, Parigi, Ploiesti, Plovdiv, Praga, Vienna e Vilnius).
27 giugno 2013