biodiversità – L’80% della diversità biologica terrestre del Pianeta è custodito nelle foreste, ambienti la cui difesa è cruciale non solo per 1,6 miliardi di persone che dipendono direttamente da questi per cibo, farmaci e altri risorse vitali, ma anche per chi vive lontano migliaia di chilometri perché le foreste garantiscono la regolazione del clima e dei cicli biogeochimici globali, stabilizzazione e arricchimento del suolo, risorse primarie come legno.
Per questo oggi a livello mondiale le foreste sono al centro di molteplici obiettivi di sviluppo sostenibile post 2015, in discussione in sede Onu, che saranno definiti a settembre 2015 e promossi anche in occasione della Giornata Internazionale dell’Alimentazione il 16 ottobre in Expo. Lo ricorda il Wwf in occasione della Giornata mondiale della Biodiversità che si celebrerà domani.
Secondo i dati della Fao, il 31% della superficie delle terre emerse del nostro Pianeta è coperto da ecosistemi forestali, più di 4 miliardi di ettari, una media di 0,6 ettari pro capite rispetto alla popolazione attuale, ossia poco più della metà di un campo da calcio con ecosistemi forestali sostiene ognuno di noi. Il 47% della superficie delle foreste è costituito da foreste tropicali, il 9% da foreste subtropicali, l’11% da foreste temperate e il 33% da foreste boreali settentrionali.
Sono circa 1,6 miliardi le persone al mondo sostenute direttamente in vari modi dagli ambienti forestali del Pianeta, 300 milioni vivono nelle foreste e, tra questi, vi sono ancora circa 60 milioni di individui appartenenti a popolazioni indigene. Un vero e proprio scrigno di biodiversità, come nel caso del Bacino del Congo, che custodisce la più elevata diversità di specie dell’Africa: oltre 400 specie di mammiferi (tra cui uno dei simboli della biodiversità, il gorilla), oltre 1.000 specie di uccelli, 10.000 piante diverse.
Una distesa di 1,8 milioni di kmq di foresta tropicale, circa il 15% del totale rimasto al mondo su cui pesa la minaccia di ricerche petrolifere e minerarie e la conversione di interi bacini forestali in aree agricole intensive, tanto che gli scenari futuri portano a indicare come da qui a solo il 2030 tra 22,5 e 48 milioni di ettari di foresta potrebbero andare irrimediabilmente persi.
Ma salvare le foreste rappresenta anche un “investimento”: il valore non contabilizzato dei servizi ecosistemici mondiali (secondo i calcoli pubblicati nel 2014 da un team di studiosi coordinati dall’economista ecologico Robert Costanza) è stato stimato per l’anno 2011 nella cifra di 125.000 miliardi di dollari, praticamente il doppio del valore del prodotto globale lordo di quell’anno valutato in 68.000 miliardi di dollari.
Teeb (The Economics of Ecosystems and Biodiversity), il più grande programma mondiale in questo ambito, ha stimato per difetto che la perdita globale di biodiversità e dei servizi ecosistemici può essere calcolata con un valore, ogni anno, di oltre 50 miliardi di euro. La perdita totale per il decennio 2000-2010 è stata stimata in 545 miliardi di euro, l’1% del prodotto globale planetario.
La previsione al 2050 è che la perdita progressiva dei servizi ecosistemici potrebbe raggiungere i 14.000 miliardi di euro, ossia una percentuale del 7% del prodotto globale e ricorda riamo che sono tutte stime prudenziali.
Per sensibilizzare i cittadini sul tema della biodiversità nella Giornata delle Oasi di domenica 24 maggio il Wwf aprirà gratuitamente 80 oasi con centinaia di appuntamenti. Inoltre, in qualità di unica associazione ambientalista Civil Society Participant di Expo, Wwf promuove il tema delle foreste anche con due convegni ad hoc: il 4 giugno, dedicato alle foreste tropicali e il 19 giugno, presso la Cascina Triulza in Expo, con i risultati di un progetto in Kenya sulla foresta di Mau.
21 maggio 2015