risorse idriche – Uno stand e video sul tema dell’acqua in rapporto al cibo, alla biodiversità, ai cambiamenti climatici, al mare e alla pesca. E’ la campagna di sensibilizzazione che il Wwf, partner di Expo Venice, porta ad Aquae Venezia 2015 per l’adozione di nuovi modelli di consumo responsabile e sostenibile, rivolta al mondo delle imprese, delle istituzioni ma anche ai singoli visitatori. Una proposta di responsabilizzazione pubblica e individuale da concretizzarsi con l’adozione di comportamenti sempre più sostenibili, per aumentare la consapevolezza su temi vitali per il futuro del pianeta.
Aquae Venezia 2015 è la grande esposizione dedicata all’acqua, collaterale all’Expo di Milano, in programma dal 3 maggio al 31 ottobre.
“Il 2015 sarà l’anno delle scelte necessarie su clima, con il vertice mondiale di dicembre delle Nazioni Unite a Parigi, ma anche su alimentazione e biodiversità. Il tema dell’acqua , che occupa il 70 per cento del pianeta e’ trasversale a tutte le grandi sfide del nostro tempo. Aquae Venezia 2015 è la sintesi dei valori e degli obiettivi da raggiungere, Venezia città d’arte e d’acqua è il luogo ideale per rappresentarli e condividerli con le centinaia di migliaia di persone che raggiungeranno l’Italia per l’esposizione universale di Milano” ha dichiarato Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia.
“Anche Acquae Venezia come Expo Milano dovrà avviare un processo di cambiamento e non esaurirsi nei sei mesi dell’evento – ha sottolineato la presidente del WWF Italia -. Vogliamo dunque interpretare Aquae come un laboratorio di proposta, come luogo di riflessione, come scoperta di valori sottovalutati, come incrocio di conoscenze che non sono solo quelle scientifiche ed avanzate, ma anche quelle delle tradizioni.
Con Expo Venice – conclude Donatella Bianchi – il WWF completa il suo contributo propositivo complessivamente garantito ad Expo 2015 e quindi al Paese che in questo ha scommesso per un rilancio della propria economia in termini di identità e sostenibilità”.
L’accesso all’acqua è essenziale per la sopravvivenza dell’umanità. Una parte significativa dell’umanità non ha accesso ad acqua potabile sicura, soffre la fame o è malnutrita.
Oggi la domanda globale d’acqua umana consuma circa il 30% dell’offerta accessibile (l’agricoltura rappresenta il 70% della domanda globale, le industrie il 20%, città grandi e piccole circa il 10%).
Dietro ai nostri piatti si nasconde un’enorme spreco nascosto che è proprio quello dell’acqua, cioè la quantità di acqua utilizzata per produrre il cibo e gli altri prodotti, definita acqua virtuale proprio perché non è visibile ai consumatori finali del prodotto, pur essendo stata utilizzata per la loro produzione lungo tutta la filiera (in pratica “l’acqua che mangiamo”).
Si stima una impronta idrica mondiale di 9.087 km3 l’anno: un volume d’acqua equivalente alla portata media annua di 500 fiumi come il Colorado negli Stati Uniti.
L’impronta idrica della sola produzione in Italia ammonta a circa 70 miliardi di m3 di acqua l’anno. L’agricoltura è il settore economico più assetato d’Italia con l’85% dell’impronta idrica della produzione, comprendendo l’uso di acqua per la produzione di colture destinate all’alimentazione umana e al mangime per il bestiame (75%), e per pascolo e allevamento (10%). Il restante 15% dell’impronta idrica della produzione è suddiviso tra produzione industriale (8%) e uso domestico (7%).
Si può sperare che l’acqua dolce raggiunga un equilibrio sostenibile? La risposta è sì.
L’uso sostenibile delle risorse idriche infatti rispetta profondamente la vitalità degli ecosistemi e della biodiversità delle acque dolci e le utilizza nei limiti imposti dalla complessità e dalla finitezza dei cicli naturali, mantenendo lo stato di salute della natura e limitando l’accrescimento della sua vulnerabilità. Questo è ciò che propone il WWF.
04 maggio 2015