prodotti bio – La qualità non conosce crisi. Nella sola rete della grande distribuzione organizzata, a fronte di un calo del 6,5% della vendita di vino nel 2013 rispetto all’anno precedente, il bio è aumentato del 4%.
A crescere è il mercato interno: nell’ultimo anno la percentuale di italiani che hanno acquistato almeno una bottiglia di vino bio è cresciuta di quasi 10 punti, passando dal 2 a 11,6%. Ma – come del resto accade anche per il prodotto convenzionale – a “tirare” la crescita è l’export.
Solo negli Stati Uniti, viene dal nostro paese una bottiglia di vino bio su tre di quelle importate, per un conto economico totale di 56 milioni di euro. A ricordarlo è l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (Aiab), riportando dati del Wine Monitor Nomisma, in occasione di Vinitaly, la grande fiera enogastronomica di scena a Verona sino a domani, alla quale sono presenti più di 170 aziende certificate bio.
Alle spalle del successo di vendite e di penetrazione nel pubblico degli acquirenti – sottolinea Aiab – ci sono gli ottimi risultati sul campo. Uno dei punti considerati finora maggiormente critici, la resa per ettaro, è ormai vicina alla media dei vitigni convenzionali, con circa 110 quintali/ha, secondo le stime Ismea. L’Italia è arrivata a produrre quasi 5 milioni di quintali di uva bio nel 2013 e, sulla base di dati SINAB elaborati da ISMEA, si stima che i quasi 4 milioni di ettolitri di vino biologico prodotti ogni anno rappresentino circa il 7% della produzione totale.
“Non più una nicchia, ma una realtà consolidata”, dichiara il presidente di Aiab Vincenzo Vizioli.
“Il vino biologico si conferma non solo come un’eccellenza nel panorama eno-gastronomico italiano, ma può essere una chiave di volta per la ripresa economica e non solo. Il bio infatti è sempre frutto di esperienza di scambio, di condivisione e relazione: un vignaiolo bio porta dal vigneto in cantina uve in perfetto equilibrio. Anche per questo – continua Vizioli – vogliamo che la revisione del regolamento sul vino non ceda alle semplificazioni di chi è stato a lungo critico nei confronti di questo prodotto e oggi vorrebbe regole più semplici, per omologare un settore di eccellenza”.
Ad accorgersi dell’alto livello del prodotto bio sono in primo luogo i consumatori. Sempre secondo le statistiche del Wine Monitor, il 43% degli acquirenti ritiene che il vino ottenuto da uve biologiche abbia una qualità superiore rispetto agli altri: la percentuale sale fino 60% tra chi ha già provato il bio.
24 marzo 2015