agricoltura urbana – Dal portatile al verticale, da quello realizzato in terrazza a quello riciclato: sono solo alcune delle soluzioni pensate per chi, anche in uno spazio esiguo, non vuole rinunciare a coltivare frutta ed ortaggi.
Con l’avvio della primavera milioni di italiani iniziano a preparare l’orto. A svelare i trucchi per realizzare quello “perfetto” é la Coldiretti grazie all’aiuto della prima rete nazionale di “Tutor dell’orto” promossa dalla Fondazione Campagna Amica.
Crescono in Italia gli ‘hobbyfarmers’ e mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici nelle città capoluogo, dove si é raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo.
I dati emergono dall’analisi proposta dalla Coldiretti sulla base del rapporto Istat sulla qualità del verde urbano del 2014, dalla quale si evidenzia che gli orti urbani in Italia sono addirittura triplicati in due anni.
“Le coltivazioni degli orti urbani – sottolinea la Coldiretti – non hanno scopo di lucro, sono assegnati in comodato ai cittadini richiedenti e forniscono prodotti destinati al consumo familiare e, oltre a rappresentare un aiuto per le famiglie in difficoltà e ad avere anche un valore didattico, concorrono a preservare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate per lo più incolte e destinate all’abbandono e al degrado”.
“A livello nazionale – precisa la Coldiretti – sono 57 le amministrazioni comunali capoluoghi di provincia che hanno messo a disposizione orti urbani per la cittadinanza. Si tratta in media di una percentuale pari a poco meno del 50 per cento del totale ma esiste una forte polarizzazione regionale con la percentuale che sale all’81 per cento nelle citta’ del Nord (oltre che a Torino, superfici consistenti sono dedicate anche a Bologna e Parma, entrambe intorno ai 155 mila metri quadrati)”.
Meno di due città capoluogo su tre al Centro Italia hanno orti urbani, mentre nel Mezzogiorno sono presenti solo a Napoli, Andria, Barletta, Palermo e Nuoro, secondo l’Istat. A questi spazi ‘legali’ se ne aggiungono altri occupati forzatamente da gruppi spontanei, spesso giovanili, con le tecniche di ‘guerrilla gardening’ che possono essere adottate da quanti non hanno spazi disponibili per piantare ortaggi e frutta nei terreni nei centri delle città.
La tendenza delle amministrazioni pubbliche si accompagna anche a un diverso uso anche del verde privato con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione alimentare ‘fai da te’.
“Gli ‘hobby farmers’– spiega la Coldiretti – sono una fascia di popolazione composta da giovani e anziani, da esperti e nuovi appassionati, che coltivano piccoli appezzamenti familiari, strisce di terra lungo ferrovie, parchi e campi di calcio, balconi e terrazzi arredati con vasi di diverse dimensioni o piccole aree con acqua e sgabuzzino per gli attrezzi messe a disposizioni dai comuni in cambio di affitti simbolici”.
Per realizzare il proprio orto è sufficiente un investimento di circa 250 euro. Non è necessario avere a disposizione grandi spazi, anzi, le soluzioni per coltivare orti nei modi più impensati sono tante e divertenti come sottolinea la Coldiretti, che le ha illustrate in occasione della presentazione della prima rete di “Tutor dell’orto” suggerendo 10 regole per una buona riuscita senza dimenticare che l’orto è hobby, lavoro, ma anche tanta fantasia.
– Lo spazio giusto da individuare. L’orto in piena terra è la soluzione migliore. Per chi non ha il giardino, il balcone o il terrazzo sono una buona alternativa. L’importante è che siano soleggiati e ventilati.
– La stagionalità necessario conoscerla. A ogni periodo dell’anno il suo prodotto. Per sapere quando e cosa coltivare è utile dotarsi di un calendario delle semine con indicate le fasi lunari.
– Il giusto tempo. Gli orti, anche quelli di piccole dimensioni, necessitano di cure quotidiane. Se si ha poco tempo il consiglio della Coldiretti è di comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle.
– La buona terra una garanzia di risultato. Per mantenere un buon livello di fertilità è meglio scegliere compost vegetale biologico o terriccio universale.
– Semi e piantine. Ci sono selezioni da fare e regole da rispettare a seconda che si lavorino ortaggi a ciclo lungo (fagioli, piselli, fave) o a ciclo corto (ravanelli, rucola o carota).
– Il trapianto. Si realizza quando le dimensioni della piantina superano quelle del recipiente. È possibile cambiare più volte il vaso aumentandone man mano la grandezza.
– L’acqua. Per un’adeguata crescita delle colture il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato. Le innaffiature vanno regolate a seconda della temperatura e dello sviluppo delle piante.
– La temperatura. È importante fare attenzione all’andamento del tempo. A marzo e ad aprile il rischio di gelate notturne è ancora alto: è bene quindi proteggere le piantine con dei teli isolanti.
– I parassiti. Formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi sono i principali insetti che possono arrivare a creare seri problemi alla produzione. Per limitare questi attacchi, oltre a usare prodotti specifici, è bene scegliere ortaggi che si adattano meglio al clima e al territorio dove si vive.
– E dulcis in fundo i costi. Realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per un orto di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.
23 marzo 2015