moda e sostenibilità – Organici e decisamente naturali i nuovi coloranti adottati dalla moda.
Arrivano da alghe, erbe, bacche, radici e addirittura dai grandi vini rossi toscani, regalando alle nuove collezioni un tocco ‘green’.
Vestiti, scarpe e complementi d’arredo si tingono di verde, ma non solo, grazie alle alghe.
Questi microrganismi, infatti, possono assumere diversi colori, come il blu, l’arancione e il rosso. Ed essendo colori ‘viventi’, con l’esposione al sole, possono cambiare tonalità.
L’opportunità offerta dai microrganismi ricchi di proteine è stata raccolta al volo da due giovani designer di Berlino, Rasa Weber ed Essi-Johanna Glomb dello studio ‘Blond & Bieber‘.
Grazie al supporto di un istituto di ricerca è nato così il progetto ‘Algaemy’ che mette a punto una gamma ‘biodinamica’ di colori assolutamente privi di sostanze tossiche.
Un’opportunità concreta per la colorazione sostenibile, che potrebbe cambiare per sempre il mondo della moda e dell’arredamento.
In forma granulare o liquida, i colori vengono applicati, attraverso un rullo a pressione, direttamente sul tessuto. Tra i vantaggi da prendere in considerazione c’è anche la sostenibilità ambientale: l’alga infatti è una risorsa in abbondanza.
L’ecosostenibilità caratterizza anche l’alta moda. L’idea è della Don The Fuller, l’azienda abruzzese leader nei jeans di alta gamma, che lancia il “primo jeans di… vino”, studiando un lavaggio ecologico ai Grandi vini rossi toscani.
Un’innovazione che guarda al passato: già nel Trecento, infatti, si utilizzavano coloranti organici e naturali come l’indaco per il blu o lo zafferano per il rosso.
L’azienda in collaborazione con Federico Minghi, blogger di enogastronomia e lifestyle, sta studiando un lavaggio ecologico ed innovativo con ‘rossi’ di pregio fra cui ha selezionato Chianti, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano, e tra le ipotesi anche l’utilizzo dei grandi vini di Bolgheri.
“L’italianità che piace al mondo è quella che sintetizza creatività, innovazione e sperimentazione – afferma Mauro Cianti Ceo Don the Fuller – ed in questo caso due mondi che sembrano così distanti in realtà sono accomunati dal denominatore del buonvivere italiano”. “Il buono e il bello devono andare di pari passo – aggiunge Federico Minghi, soprannominato il ‘vignaiolo creativo’ – la ricerca e lo sviluppo dei sensi e delle sensazioni sono un denominatore comune che va promosso e questa idea colpisce nel segno e guarda al futuro. La capacità di sperimentare e fare ricerca e’ un’assoluta unicità del popolo italiano che tutto il mondo ama e che ha garantito ad un territorio piccolo piccolo come l’Italia, di essere fra i big dei paesi industrializzati”.
Erbe, bacche e radici hanno invece convinto la Maison Cruciani, che porta nel quartier generale della moda maschile una collezione di abbigliamento ‘ecosostenibile’.
Per l’autunno inverno 2015/2016 la maison umbra sceglie la tecnica del ‘Natural Stain’, processo attraverso il quale la tintura del cashmere più pregiato, proveniente dalla Mongolia interna, avviene attraverso l’utilizzo di erbe, bacche e radici raccolte in Italia, Europa, Sud America, Asia e Africa.
La palette dei colori, dal grigio all’ottanio, sono caratterizzati da una composizione chimica priva di coadiuvanti. Colore principale della collezione è il Guado, una delle tinture più antiche e pregiate del mondo, estratto da una pianta erbacea coltivata nelle campagne marchigiane. Si tratta dell’ “oro blu” del Medioevo che, grazie al suo valore, tinse gli arazzi dei Gobelins e decorò le opere di grandi maestri come Leonardo e Raffaello.
23 febbraio 2015