inquinamento – In Europa oltre il 90% dei cittadini delle aree metropolitane è esposto a livelli di PM2,5 e ozono superiori a quelli indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come i massimi ammissibili per la tutela della salute umana.
Le situazioni più critiche per le polveri sottili e per l’ozono si sono registrate nei Paesi Balcani, Bulgaria, Italia, Polonia, Slovacchia, Turchia, Repubblica Ceca, Romania mentre per gli ossidi di azoto ed il benzoapirene alle nazioni citate precedentemente si aggiungono anche Austria, Germania, Francia e Regno Unito.
Ma è l’Italia il Paese con il più alto numero di morti premature dovute all’inquinamento da ozono. E’ la Legambiente a diffondere i dati pubblicati dall’Agenzia europea dell’ambiente nel suo rapporto ‘Air Quality 2014‘.
Con circa 3.400 vittime all’anno (dato relativo al 2011), l’Italia precede la Germania, la Francia e la Spagna. Per quanto riguarda le morti premature dovute alle polveri sottili (Pm2,5), nello stesso anno l’Italia si attesta al secondo posto dietro solo alla Germania con circa 64.000 vittime.
“I dati dell’Agenzia europea dell’ambiente mostrano ancora una volta uno scenario inquietante, mettendo a nudo i cronici problemi legati allo stato di salute della qualità dell’aria nel nostro Paese, mettendo sotto la lente di ingrandimento gli inquinanti più pericolosi come le polveri sottili (Pm10 e Pm 2,5), il Monossido di Carbonio (CO), gli Ossidi di Azoto (NOx) e l’Ozono (O3)” sottolineano i responsabili dell’associazione ambientalista.
Per il monossido di carbonio, le 9 stazioni di misura in Europa che hanno superato il limite di legge, sono tutte ubicate in Italia, avverte Legambiente. “I dati dell’Eea – afferma Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – sono l’ulteriore conferma che tra le principali cause che minacciano la salute delle persone e la salvaguardia dell’ambiente c’è sicuramente l’inquinamento atmosferico”.
Una emergenza, osserva, che “colpisce il nostro Paese ormai da troppo tempo con l’area della Pianura Padana, ancora una volta tra le più critiche d’Europa”.
“Alla luce di questi dati – prosegue Zampetti – risulta inconcepibile il fatto che la nuova Commissione europea stia ipotizzando un possibile ritiro del ‘pacchetto sulla qualità dell’aria’, in discussione già da diverso tempo e su cui si era arrivati alla fase finale di approvazione”.
20 novembre 2014