alimentazione e benessere – Addio pausa caffè. Gli italiani si rivelano salutisti all’ora dello snack e uno su 2 sceglie lo yogurt come ‘spezza fame’.
Lo conferma il 51% degli intervistati che, in realtà, ammette preferirebbe il cioccolato.
Messi a confronto sulla scala della preferenza assoluta, quest’ultimo vince sul primo di 10 punti (21% a 11%).
In Europa, i consumi vedono un testa a testa tra cioccolato e frutta fresca consumati rispettivamente dal 64% e dal 62% della popolazione.
Dal punto di vista del vissuto, lo snack per 1 italiano su 5 (21%) diventa un modo per “migliorare” l’umore e combattere lo stress (17%). Il 43% indica nell’assenza di OGM il requisito di base “della merendina”, come avviene in tutto il resto d’Europa, ma non altrettanto negli altri continenti.
Gli snack vengono consumati dal 91% degli italiani almeno sette volte al mese.
I dati emergono da una maxi indagine condotta su 30 mila persone in 60 Paesi, tra cui il nostro, dalla Global Survey on Snacking Trends realizzata da Nielsen.
“Lo snack rappresenta un elemento anticiclico dello scenario recessivo: nonostante il fatturato della grande distribuzione sia in calo del 2%, in Italia lo snack e’ riuscito a mantenere un trend sostanzialmente invariato (+0,3%), rappresentando vendite pari a 11 miliardi di euro nell’ultimo anno, ha commentato l’amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia.
“Si va sempre più consolidando la tendenza a considerare lo snack ineccepibile dal punto di vista nutrizionale e salutistico anche se non sono secondarie le dinamiche psicologiche”.
Per ciò che concerne i prodotti consumati come snack, il cioccolato si posiziona, dopo lo yogurt, al secondo posto (49% dei rispondenti), prima della frutta fresca (46%).
Il focus sul profilo del “vissuto” dello snack in Italia, similmente a ciò che avviene negli altri Paesi europei, fa registrare una decisa componente edonistica nel consumo della merendina dolce o salata: per il 30% del campione é un momento di piacere, per il 27% l’opportunità di soddisfare una voglia.
Il 42% degli intervistati ha dichiarato, d’altra parte, che la freschezza deve essere la caratteristica principale, seguita dal gusto (35%) e dall’essere qualcosa di goloso (31%).
Si rivelano, invece, solo nicchie di mercato, in Italia come nel resto del mondo, per i prodotti piccanti (preferiti dal 13% del campione), per quelli amari (8%) e gommosi (6%).
La survey di Nielsen ha preso in considerazione anche ciò che in Italia si intende per snack “sano”.
Oltre all’assenza di OGM, l’utilizzo di componenti naturali (indicato dal 40% della popolazione) e l’assenza di coloranti (37%) sono i desiderata più consistenti del consumatore.
L’assenza di glutine o di caffeina rivestono, invece, una posizione meno importante (rispettivamente indicati dal 10 e 11% degli intervistati). Lo snack ideale, inoltre, deve contenere pochi zuccheri (per il 32% del campione), grassi (28%), sale (26%), calorie (26%), fruttosio (23%), carboidrati (20%).
Gli ingredienti ricercati sono, sul fronte salutistico, le fibre (segnalate dall’80% dei rispondenti), le componenti integrali (25%) e le proteine (22%). Il dualismo tra cio’ che si preferirebbe consumare (cioccolato) e quello che viene effettivamente acquistato (yogurt e cioccolato), fanno notare i ricercatori di Nielsen, costituisce il conflitto tra l’area del piacere e quella del bisogno di prodotti piu’ leggeri e freschi.
Dal punto di vista dietetico, per il 25% degli italiani lo snack rimane un modo per soddisfare solo la “piccola fame” tra un pasto e l’altro.
07 ottobre 2014